La fine del matrimonio è un momento tra i più critici della vita delle persone.
La professione di avvocato (e i divorzi di molte persone a noi care) ci hanno insegnato quanto sia importante affrontare questo momento nel modo giusto.
In questa pagina cerchiamo di dare un primo indirizzo a chi sta cercando di capire cosa fare per separarsi, da dove cominciare per chiedere il divorzio, per progettare la propria vita dopo il matrimonio.
Come trovare uno studio legale di cassazionisti a Roma per difendersi e cercare di raggiungere il miglior risultato per la propria famiglia nel minor tempo possibile.
Il diritto di famiglia e la guida al cittadino
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Cos’è la separazione dei coniugi?
La separazione la formalizzazione della cessazione di alcuni doveri che derivano dal matrimonio (es. finisce il dovere di convivenza o di fedeltà), se c’era comunione dei beni cessa anche questa.
Restano lo status di coniugi, restano i doveri di educazione e mantenimento dei figli. Può prevedere il mantenimento di un coniuge verso l’altro, o solo verso i figli.
La separazione di fatto non è regolata dalla legge, quindi se cessa il rapporto coniugale perché due persone avviano altri rapporti affettivi, ma i coniugi non chiedono la separazione, questi restano di fatto sposati e sono inadempienti rispetto ai reciproci doveri coniugali.
Come ci si può separare? La separazione consensuale e giudiziale
I coniugi che vogliono separarsi sono ormai di fronte all’imbarazzo della scelta sui modi in cui farlo.
Oggi è prevista la possibilità di separarsi:
- presso i municipi del proprio Comune, senza avvocati (ad esempio, per i residenti a Roma vedere il link); tale procedura presso l’Ufficio di Stato Civile non può esperirsi in presenza di figli minori, di figli maggiorenni incapaci o portatori di handicap grave, o economicamente non autosufficienti e non può prevedere trasferimenti patrimoniali.
- tramite la procedura di negoziazione assistita, con l’assistenza di un avvocato per parte;
- con ricorso consensuale o congiunto al giudice del Tribunale competente per territorio (quello dell’ultimo luogo di residenza comune dei coniugi);
- ricorso diretto alla richiesta di separazione giudiziale, necessario quando tra i coniugi non è riusciti a raggiungere un accordo in merito alle modalità di separazione.
Su cosa bisogna accordarsi in un divorzio o in una separazione?
Con un accordo di separazione, oppure con la sentenza di separazione in caso di procedura giudiziale, dovranno prevedersi:
a) eventuale assegno di mantenimento di un coniuge verso l’altro;
b) l’eventuale assegno di mantenimento di un coniuge verso i figli, minorenni o maggiorenni non economicamente autosufficienti;
c) il collocamento dei figli in misura prevalente presso uno o l’altro dei coniugi, oppure in misura paritaria tra gli ex;
d) il calendario delle visite di un coniuge presso i figli, con l’indicazione dei giorni della settimana e delle festività, da prevedersi secondo criteri di alternanza;
e) la previsione della ripartizione delle spese straordinarie, che usualmente avviene ormai sulla base di protocolli elaborati dai singoli tribunali per evitare conflitti e problemi interpretativi.
Ad esempio, del protocollo del Tribunale di Roma parliamo qui.
f) l’assegnazione o meno ad un coniuge della ex casa coniugale (talvolta a danno di familiari come nonni o parenti che avevano concesso bonariamente tale immobile alla famiglia);
g) accordi economici come il trasferimento di denaro, immobili o beni mobili, anche con la previsione di mantenimenti una tantum.
Cos’è il divorzio?
Il divorzio è lo scioglimento degli effetti civili del matrimonio. Cioè per la legge italiana viene meno la qualità di coniuge.
Dopo quanto tempo dalla separazione si può divorziare?
Il divorzio può essere chiesto solo dopo che i coniugi si sono separati da un certo tempo.
Il divorzio infatti può essere chiesto dopo 1 anno dalla separazione giudiziale o dopo 6 mesi dalla separazione consensuale.
Con il divorzio cessano i doveri propri del matrimonio ma restano i doveri di educazione e mantenimento dei figli o dell’altro coniuge.
Dopo il divorzio, un coniuge perde il diritto alla quota di legittima sull’eredità dell’altro ma vanta diritto ad un quota di TFR dovuta all’ex coniuge divorziato e pari al 40% dell’indennità totale “riferibile agli anni in cui il rapporto di lavoro è coinciso con il matrimonio”.
Andrà verificato caso per caso il diritto dell’ex coniuge alla pensione di reversibilità o alla percezione di un assegno periodico a carico dell’eredità.
Come si può divorziare? Il divorzio congiunto e giudiziale
Oggi è prevista la possibilità di divorziare:
- presso i municipi del proprio Comune, senza avvocati (ad esempio, per i residenti a Roma vedere il link); tale procedura presso l’Ufficio di Stato Civile non può esperirsi in presenza di figli minori, di figli maggiorenni incapaci o portatori di handicap grave, o economicamente non autosufficienti e non può prevedere trasferimenti patrimoniali.
- tramite la procedura di negoziazione assistita, con l’assistenza di un avvocato per parte;
- con ricorso consensuale o congiunto al giudice del Tribunale competente per territorio (quello dell’ultimo luogo di residenza comune dei coniugi);
- con ricorso diretto alla richiesta di divorzio giudiziale, necessario quando tra i coniugi non è riusciti a raggiungere un accordo in merito alle modalità di divorzio.
Come si modificano le condizioni di separazione e divorzio?
Dopo la previsione delle condizioni di separazione o divorzio con un accordo o con una sentenza, queste condizioni (e quindi collocamento, mantenimento, trasferimento della famiglia…) possono essere sempre modificate al variare della situazione di fatto.
Per molti le situazioni sono cambiate con la crisi del 2020 e nel 2021 in conseguenza dell’emergenza COVID19, come diciamo qui in questi casi è ragionevole domandare la modifica delle condizioni di mantenimento.
Quindi in caso di perdita del lavoro, di necessità di trasferimenti o ogni altra situazione che non dipenda dalla mera volontà di uno dei coniugi, risulta possibile:
a) concordare bonariamente tra gli ex coniugi le nuove “regole” della separazione o del divorzio;
b) ricorrere al Tribunale per ottenere una pronuncia che modifichi i termini degli accordi.
Quando possono cambiare le condizioni di mantenimento a seguito di separazione o divorzio?
Le condizioni si separazione o divorzio sono sempre suscettibili di essere modificate al ricorrere di un presupposto.
Questo presupposto è il modificarsi della situazione di fatto per motivi sopravvenuti.
Significa che i motivi che potevano essere portati all’attenzione del Tribunale al momento della separazione o del divorzio e:
- non sono stati oggetto delle difese delle parti in corso di causa;
- non sono state oggetti di prova in corso di causa;
- pure portati in causa all’attenzione del Giudice, non sono stati valutati determinanti ai fini del decidere;
Non possono formare oggetto di richiesta di modificazione delle condizioni di mantenimento.
Se invece, dopo la causa di separazione o di divorzio, o ancora di regolamentazione dei rapporti per i minori nati fuori dal matrimonio, le cose sono cambiate, allora si può ragionare sulla possibilità di una modifica.
La modifica del mantenimento per la maggiore età dei figli
Con il raggiungere della maggiore età i figli non perdono automaticamente l’assegno di mantenimento, essendo necessario che gli stessi raggiungano l’autosufficenza economica.
L’obbligo di mantenimento con la maggiore età permane con dimostrazione che i figli stanno seguendo un percorso di studio, o che non possono procurarsi un reddito.
I figli perdono il diritto all’assegno di mantenimento se non lavorano per scelta, se non dimostrano che hanno fatto quanto necessario a procurarsi un lavoro o anche solo che avrebbero avuto diritto a percepire il reddito di cittadinanza (come affermato dalla Corte di Cassazione nel 2022).
Avvocato per affidamento minori
Spesso sorge la necessità di rivolgersi ad un avvocato per ottenere l’affidamento dei minori.
L’affidamento è sempre condiviso tra i coniugi (o tra i genitori non sposati) salvo gravi motivi che giustifichino l’affido esclusivo ad uno dei due genitori.
Nei casi più gravi, il Tribunale può arrivare alla revoca della patria potestà (oggi detta responsabilità genitoriale).
In caso di controversia per l’affido dei minori, a seconda dei casi parliamo di una lite che si svolge davanti il Tribunale ordinario o il Tribunale Minorile.
La sindrome dell’alienazione parentale
La sindrome da alienazione parentale (o PAS) è il riflesso, sul figlio o la figlia, della condotta di uno dei genitori diretta ad allontanare l’altro.
Classico esempio è la madre affidataria, che insultando quotidianamente il padre, fa si che i figli non vogliano più avere rapporti con lui, o impedisce di fatto tali rapporti.
Quello che assume rilievo in tribunale è la tutela della bigenitorialità, di cui nel corso delle cause di separazione, divorzio o affido va data prova, mentre la PAS, in quanto teoria ancora non affermata chiaramente nella letteratura scientifica, non può essere accertata dal CTU sulla base di valutazioni soggettive e personali.
L’assegnazione della casa coniugale
L’assegnazione della casa coniugale viene disposta o per accordo delle parti o per decisione del giudice.
In caso di provvedimento del giudice vale il principio per cui la casa coniugale resta al genitore con cui i figli staranno prevalentemente.
Come affermato dalle Sezioni Unite con la sentenza 18287 del 2018: “Nella quantificazione dell’assegno divorzile si deve dare rilievo anche all’assegnazione della casa familiare perché questa ha indubbiamente un valore economico; ciò anche se al provvedimento di assegnazione della casa familiare risulta estranea qualsiasi valutazione inerente alla regolamentazione dei rapporti economici tra i genitori“.
Il diritto al mantenimento
Quando è dovuto il mantenimento di un coniuge verso l’altro? Potremmo scrivere un trattato qui
-tenore di vita?
-rinuncia ad altre opportunità?
-rispetto delle capacità lavorative ed economiche? ma non è questo il luogo per approfondire.
Ci prendiamo la licenza di dire che il mantenimento di un coniuge verso l’altro è dovuto dove è giusto così, e cioè dove un coniuge ha rinunciato ad opportunità lavorative, a trasferimenti, a occasioni, solo in funzione della famiglia e per dare priorità alle esigenze dell’altro coniuge.
Il mantenimento del coniuge “forte” economicamente nei confronti dei figli è invece sempre dovuto quando questi restano collocati prevalentemente presso l’ex.
E se non c’è matrimonio il mantenimento è dovuto?
I figli nati fuori dal matrimonio sono equiparati ad figli nati dentro il matrimonio, quindi hanno diritto al mantenimento e a che siano regolati gli obblighi dei genitori nei loro confronti.
E’ possibile ricorrere al Tribunale Ordinario (e non più al Tribunale Minorile) per ottenere il provvedimento che obblighi il padre (o la madre) a partecipare ai doveri derivanti dalla filiazione e a pagare il mantenimento oltre le spese straordinarie.
Nei procedimenti relativi i minori c’è sempre bisogno di una particolare attenzione e cautela, venendo in rilievo gli interessi dei più piccoli ed essendoci maggiore esigenza di tutela dei diritti dell’uomo.
Dopo la fine del matrimonio cosa posso fare?
Tutto! Tra le varie cose possibili c’è anche quella di risposarti (provando a scegliere meglio la controparte), e adottare il figlio o la figlia del nuovo coniuge. Ricorda però che la tua ex ha diritto a parte del tuo TFR.
Il patrocinio a spese dello Stato per la separazione ed il divorzio
Se non puoi procedere alla separazione o al divorzio presso il Comune, e hai la necessità di rivolgerti ad uno Studio Legale che si occupi di diritto di famiglia a Roma o nel Lazio.
Per la tua separazione o il tuo divorzio, allora potresti avere diritto al patrocinio a spese dello stato (in sintesi: devi avere un reddito lordo inferiore a mille euro al mese, sommando i redditi di tutti i tuoi conviventi, ma per i dettagli leggi qui).
Attenzione a cosa si dichiara: nel fare domanda di ammissione al patrocinio a spese dello Stato occorre compilare delle autocertificazioni relative i propri redditi.
Le false dichiarazioni sono reati, che comportano non solo la revoca del patrocinio, ma anche un procedimento penale.
Nei procedimenti di separazione, peraltro, le false dichiarazioni in merito alla situazione reddituale e patrimoniale delle parti, emergono molto di frequente per via delle dichiarazioni dell’altro coniuge.
La ripartizione delle spese straordinarie
Se per il mantenimento previsto in misura fissa in euro 300 o 1000 al mese, le difficoltà di interpretazione non si pongono, altro discorso è la ripartizione delle spese straordinarie.
Le spese straordinarie sono da sempre motivo di lite tra ex coniugi, essendo spesso difficile capire:
- quali spese sono necessarie;
- quali spese sono incluse nel mantenimento;
- le spese che richiedono l’accordo di entrambi i genitori:
- eccetera eccetera.
Che si tratti di obblighi che nascono da una causa di separazione, da un divorzio, da un affido di figli nati fuori dal matrimonio, l’incertezza è sempre stata dietro l’angolo.
Redditi in nero e mantenimento
In caso di reddito in nero di uno dei coniugi, il procedimento di separazione e divorzio diventa un luogo pieno di “pericoli”.
Il coniuge che chiede il mantenimento difatti, per ottenere di più minaccia sempre di rappresentare al Tribunale l’esistenza di redditi non dichiarati dell’altro coniuge.
Se a lavorare in nero invece è colei che più frequentemente si vede assegnare il collocamento prevalente con i figli (la madre), allora il padre sosterrà che la moglie è autosufficiente e che non merita mantenimento per lei, e ne merita di meno per i figli.
In questo gioco delle parti, la minaccia è sempre quella della richiesta al Giudice di disporre Accertamenti di Polizia Tributaria: con questo strumento il Tribunale della separazione o del divorzio può incaricare la guardia di finanza di relazione sul reddito delle parti, con possibili conseguenti accertamenti fiscali.
Per via dell’astio che talvolta emerge in sede di separazione e divorzio tra i coniugi, il pericolo è di fare molto più male di quanto ci si possa giovare dello svantaggio altrui.
La tassazione del mantenimento all’ex coniuge
Le somme dovute all’ex coniuge per mantenimento sono da assoggettare a tassazione.
La Corte di giustizia tributaria di Firenze con sentenza del 2023, ha ribadito che i pagamenti arretrati degli assegni di divorzio, quando versati in un’unica soluzione, devono essere considerati come redditi derivanti da lavoro dipendente e, di conseguenza, devono essere soggetti a una tassazione separata.
L’Agenzia delle Entrate ha emesso un avviso di accertamento in cui ha calcolato le imposte dovute, applicando una tassazione ordinaria alle somme ricevute.
La questione ha chiaramente rilievo in quanto percependo tutti gli arretrati in un solo anno, il beneficiario va a versare una irpef molto superiore di quanto avrebbe versato se quelle somme fossero state versate di anno in anno.
Il protocollo sulle spese straordinarie del Tribunale di Roma
Seguendo quella che è divenuta una prassi consolidata in molti Tribunali d’Italia, in data 17 dicembre 2014 il Tribunale di Roma, d’intesa con i rappresentanti dell’Ordine degli avvocati ha emanato il Protocollo d’intesa per le spese straordinarie che si affiancano all’obbligo di mantenimento.
Con il Protocollo viene definito in modo chiaro ciò che è da considerarsi spesa ordinaria e straordinaria, nonché il regime di divisione della spesa tra i coniugi a seconda che per essa sia necessario il consenso di entrambi i coniugi o meno.
La materia ha, fino ad oggi, dato luogo ad un rilevante contenzioso, attese le diverse modalità di ripartizione delle spese straordinarie di volta in volta adottate dai singoli Giudici, talvolta in pedissequa recezione di accordi stipulati dalle parti senza l’adeguata consapevolezza delle difficoltà applicative degli stessi.
Il protocollo d’intesa assolve dunque a una meritoria funzione di certezza del diritto, di deflazione del contenzioso e rappresenta così un solido punto di riferimento per i professionisti interessati.
Novità 2024 su separazione e divorzio
Nel 2024, il panorama normativo italiano in materia di separazione e divorzio ha subito significative modifiche, principalmente a seguito dell’entrata in vigore della Riforma Cartabia. Le principali novità sono:
1.Procedimento Unificato per Separazione e Divorzio: È ora possibile presentare una domanda congiunta per separazione e divorzio in un unico procedimento, riducendo tempi e costi. Il giudice valuta i presupposti per la separazione e, successivamente, per il divorzio, semplificando l’iter procedurale.
2.Introduzione del Piano Genitoriale: I genitori sono tenuti a presentare un dettagliato piano che organizzi le attività quotidiane dei figli, garantendo una gestione equilibrata e promuovendo il principio di bigenitorialità. Questo strumento mira a tutelare l’interesse dei minori, assicurando una partecipazione equa di entrambi i genitori nella loro vita.
3.Tempi Ridotti per il Divorzio: La riforma ha confermato la possibilità di ottenere il divorzio dopo sei mesi dalla separazione consensuale e dodici mesi dalla separazione giudiziale, mantenendo le tempistiche introdotte con il “divorzio breve”. Questa misura accelera lo scioglimento del vincolo matrimoniale, rispondendo alle esigenze di celerità manifestate dalle coppie.
4.Sanzioni per la Violazione degli Accordi: Il giudice ha ora la facoltà di sanzionare il genitore che non rispetta gli accordi stabiliti, in particolare quelli relativi al piano genitoriale. Questa previsione mira a garantire l’osservanza degli impegni assunti, tutelando il benessere dei figli e l’equilibrio familiare.
5.Tutela nei Casi di Violenza Domestica: Sono state introdotte specifiche disposizioni per affrontare situazioni di violenza domestica e di genere, con l’obiettivo di proteggere le vittime e garantire procedimenti più rapidi ed efficaci. Queste misure rafforzano la risposta dell’ordinamento a fenomeni di particolare gravità, assicurando una maggiore tutela alle parti vulnerabili.
Queste innovazioni mirano a rendere le procedure di separazione e divorzio più snelle ed efficienti, con un’attenzione particolare alla tutela dei minori e alla celerità dei procedimenti.
Hai ricevuto un provvedimento restrittivo o di decadenza della responsabilità genitoriale
Se anche tu hai ricevuto un provvedimento restrittivo o di decadenza della responsabilità genitoriale, e stai cercando un avvocato a Roma per difenderti, continua a leggere questo articolo.
Se invece hai un altro problema di diritto di famiglia, leggi la nostra guida al cittadino.
Nel nostro paese spesso i procedimenti in materia di minori sono lunghi e difficoltosi per tutti i soggetti coinvolti.
Se il tuo procedimento per l’affidamento di figli minori, è stato eccessivamente lungo o non sono state rispettate alcune garanzie, vi potrebbe essere violazione dell’articolo 8 della Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo.
La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, con sentenza del 18 luglio 2019, si è pronunciata a seguito di un ricorso concernente l’allontanamento dei figli minori di una cittadina italiana dalla residenza familiare.
Salve, ho un problema di mantenimento con il mio ex compagno. Non ci siamo mai sposati e lui ha sempre versato somme, anche non poco, fino adesso per i nostri due figli. Adesso sta riducendo il mantenimento perché dice di avere problemi legati alla crisi, ma io che lui ha risparmi importanti. Avvocato come posso procedere con il suo aiuto per ottenere un mantenimento giusto per i miei figli? Sto cercando uno studio legale che sia trasparente nei preventivi per via di alcune precedenti esperienze poco fortunate.
Salve, il mantenimento verso i suoi figli sarà previsto dal giudice tenendo conto del reddito e del patrimonio di entrambi i genitori, oltre che degli standard di vita che si sono avuti. Se vorrà sottoporci il suo caso e le sue richieste per una prima valutazione senza impegno siamo ben contenti di ascoltarla, successivamente le sottoporremo un preventivo dettagliato che tenga conto delle spese e dei nostri onorari per le varie fasi processuali. Se vuole ci contatti per email o whatsapp per ogni chiarimento.
Cerco un avvocato a Roma per un problema di diritto di famiglia .Il problema è di modifica delle condizioni di separazione o forse di un vero divorzio. Nella precedente causa a Roma l’avvocato ci ha consigliato una consensuale, ma i nostri rapporti sono peggiorati dopo che lei ha avuto una nuova famiglia con il compagno. Quanto costa una causa di modifica delle condizioni di separazione?
Salve, se cerca un avvocato che si occupa di diritto di famiglia a Roma si senta libera di contattarci tramite email, telefono o whatsapp, accedendo al sito tramite smartphone. Per quanto riguarda i costi di una causa in materia di famiglia ci sono molte variabili, ad esempio sarà consensuale o giudiziale, ci saranno testimonianze o sarà solo una causa documentale, si troverà un accordo dopo la prima udienza o sarà necessario seguire una causa in Tribunale, Corte d’appello a Roma e poi Cassazione… Per tutti questi motivi, una volta vista la documentazione del suo fascicolo le formuleremo per iscritto il nostro preventivo, in modo da poter affontare il contenzioso nella massima trasparenza in merito alle condizioni del nostro intervento.
Avvocato cerco uno studio legale a Roma per un problema di separazione e divorzio, dove credo che sia possibile un accordo ma solo dopo una trattativa. L’altra parte non credo voglia che la causa arrivi in tribunale. Come fate i preventivi in caso di transazione senza causa?
Avvocati come posso ottenere la riduzione dell’assegno di mantenimento dovuto in favore della mia ex? Non ci sono figli e lei ha già ricevuto la casa. La separazione è stata fatta a Roma 4 anni fa e lei ha trovato lavoro nel frattempo. Mi potete contattare?
padre separato massacrato dalla mia ex moglie, sta alienando i miei figli e mi sta facendo sostituire agli occhi dei figli dal nuovo compagno entrato in casa. Dopo il divorzio due anni e mezzo fa la situazione e precipitata per mancanza di ragionevolezza e collaborazione. premetto che ho sempre pagato puntuale mantenimenti e spese extra. da dove posso cominciare per ottenere aiuto?